SOTTOTIPI

Il Carattere 1 utilizza il meccanismo di difesa della formazione reattiva e razionalizzazione. Il soggetto non si sente una persona abbastanza buona e brava, sopprime questo sentire  sforzandosi di divenire non bravo ma il migliore, in questo senso opera la formazione reattiva. Il soggetto non è consapevole di questo meccanismo specialmente a livello emotivo. Anche se la sua razionalità è molto sviluppata, è predominante l’azione con la quale compensa il suo vuoto emotivo. Votato in questa ricerca ossessiva della perfezione perde di vista tanti aspetti della realtà: il rilassarsi, il godersi la vita fino a diventare rigido, cronicamente irritato, dominatore, autoritario, esigente credendo di non sbagliare mai. La formazione reattiva si muove in modo diverso in base ai sottotipi:

Il conservativo reprime rabbia e aggressività per cui il soggetto appare agli altri una brava persona con buone intenzioni nascondendo il suo egoismo ma sentendo dentro di sé un accumulo di rabbia. . Anche l’egoismo è represso infatti agli altri appare corretto e generoso ma lui non è in contatto con la tendenza allo sfruttamento altrui. In generale reprime spontaneità dell’istinto con comportamenti adeguati alle buone intenzioni. Il sottotipo sociale  reprime sempre rabbia, appare più freddo, distante, dispensatore di una verità assoluta, a causa del meccanismo della razionalizzazione si pone su un piedistallo come dispensatore del verbo esercitando il suo potere. Nel sottotipo sessuale convive la minor repressione di sessualità e rabbia con forte moralismo, il soggetto si lascia travolgere dai suoi istinti per questo viene giudicato dagli altri come cattivo, la formazione reattiva allora blocca la percezione che il soggetto ha dei suoi sbotti di rabbia e egoismo. Nella terapia,  ad esempio alcune donne possono sentirsi al contempo  gran signore e prostitute. Questi soggetti, autoproclamandosi moralisti, diventano dominanti,

Il Carattere 2: utilizza ampiamente tre principali meccanismi di difesa: la rimozione, la confluenza, la fantasia. Nella rimozione, la persona agisce d’impulso anche se non è consapevole delle sue fantasie istintuali sottostanti; labile è il confine tra il sapere e il non sapere. Il soggetto, rimuovendo i  suoi bisogni, compensa amplificando emotivamente gli impulsi, ricercando gratificazioni  che non appagano mai sufficientemente e alimentando l’orgoglio e l’istrionismo. L’invidia è in formazione reattiva e trasformata in orgoglio per cui il bisogno d’amore diventa il  bisogno di dare amore. (Naranjo, 1996) Un altro meccanismo di difesa è la fantasia, il soggetto non vede la realtà, perché, piuttosto che rimanere nella normalità, nella routine, si immagina qualcosa di più soddisfacente. Tutto questo è un effetto dell’istrionismo che porta il soggetto a rappresentare in modo drammatico le emozioni del personaggio in cui si è identificato al fine di manipolare gli altri e di arrivare ai suoi scopi. (Naranjo, 2007) Nella confluenza il soggetto non riesce ad avere un’identità separata, risponde alle aspettative dell’ambiente, evita i conflitti e ricerca con l’altro uno stato di simbiosi. (Mazzei, 2008)

Il sottotipo conservativo è il più egocentrico, esige amore e attenzione da pochi prescelti verso i quali si comporta come un bambino viziato, è capace di sceneggiate di rabbia e di manipolazioni affettive, per amore rinuncia anche alla sua libertà personale. Vive molto di più nelle sue fantasie romantiche che nel mondo reale, non essendo consapevole del suo egocentrismo, esalta il suo valore, idealizza se stesso, convinto di non avere bisogno di fare nulla per essere amato e permettendosi di inveire sul partner se non soddisfa i suoi desideri, inoltre tende a inibire le autocritiche e il pensiero in genere. (Naranjo, 2007) E’ più schivo, meno splendente rispetto agli altri tre sottotipi, non ama stare troppo al centro della scena,  si ritiene  una perla preziosa per pochi. (Danesi, 2009). Il sottotipo sociale vuole essere amato da un vasto pubblico e per ottenere ciò deve brillare in posizioni di potere, è un arrivista sociale, canalizza la sua seduzione del divenire “qualcuno” che conta, nell’emergere anche dal punto di vista lavorativo. (Danesi, 2009) Usa il pensiero in funzione di ciò che emotivamente fa comodo pensare. (Naranjo, 2007). Il sottotipo sessuale è il più emotivo ed istrionico dei tre sottotipi, molto comune nelle donne che tendono a manipolare gli uomini con la dolcezza cercando di diventare irresistibili e indispensabili, tipico il loro confondere l’amore con le carezze perdendo di vista ciò che sentono veramente, non ammettendo di essere egoiste si autoidealizzano come generose.  A causa di un orgoglio accecante non percepiscono il loro bisogno d’amore che proiettano sull’altro: godono nel dare all’altro ciò che inconsapevolmente vorrebbero per loro. (Naranjo, 2007)

Il Carattere 3: i meccanismi di difesa usati sono: identificazionerepressionerazionalizzazionenegazione. Attraverso l’identificazione il soggetto fa suoi, valori, desideri, modelli esterni; attraverso la negazione il soggetto mette le mani avanti dichiarando che certi pensieri, sentimenti, desideri non gli appartengono per paura che qualcuno glieli attribuisca. (Naranjo, 1996) Attraverso la repressione il soggetto non è più in contatto col proprio sentire e i suoi bisogni personali, di conseguenza l’azione, l’efficienza, la razionalità prendono il predominio sulle emozioni, motivazioni  e sentimenti. La repressione separa il conscio dall’inconscio, il soggetto non è pienamente consapevole dell’esistenza di un inconscio rimosso, ma dall’esterno si avverte una mancanza di profondità, di autenticità, di veridicità: il carattere tre appare troppo controllato, troppo perfetto da sembrare quasi finto.

Il sottotipo conservativo si autorappresenta nell’immagine della “brava bambina”, super efficiente, molto competente, tendente  alla perfezione. E’ il sottotipo più controllato e più distaccato dalle emozioni, di conseguenza tende a somatizzare. Il sottotipo sociale si è costruito un immagine di successo e di affidabilità. E’ un arrivista sociale punta tutto sulla carriera anche a costo di tramare alle spalle dei concorrenti (Danesi, 2009).Il sottotipo sessuale si identifica con l’immagine del seduttore esteticamente impeccabile 

Il Carattere 4 : Naranjo (1996) rileva che il meccanismo di difesa più evidente è l’introiezione: il soggetto sembra avere introiettato la figura genitoriale autorifiutante che è la causa dell’odio che il soggetto prova per se stesso ed è  motore della ricerca di amore e approvazione dall’esterno. Quindi il solo modo che conosce  per ottenere quello che vuole dagli altri è porsi nello stato di bisogno. In Freud (1915) si è evidenziato questo meccanismo nell’elaborazione del lutto: si fa rivivere nel proprio mondo interno un persona che è venuta a mancare.  Un altro meccanismo connesso al precedente è il “rivolgimento contro sé “ o “retroflessione”, la rabbia è direzionata contro chi ha provocato la frustrazione ma anche verso se stessi  per via dell’introiezione  e  della svalutazione. (Naranjo, 1996; 2007)

Il sottotipo conservativo masochista é tenace, retroflette i suoi bisogni, è molto esigente verso se stesso a causa dell’introiezione di una figura materna sprezzante dalla quale non si è mai voluto separare, sperando di diventare  prima o poi degno d’amore. Sembra una persona che vuole bastare a se stessa, imita inconsciamente gli altri, sembra umile, ma desidera segretamente che i suoi sforzi vengano riconosciuti. (Naranjo, 2009).Il sottotipo sociale autofrustrante, è troppo bisognoso dell’altro per cui lo idealizza e lo invidia, svalutando se stesso e retroflettendo la rabbia. E’ il più emotivo dei tre sottotipi, assume il ruolo di vittima, abile nel provocare sensi di colpa agli altri, usa la maschera della sofferenza per ottenere l’amore. Nel sottotipo sessuale la facciata di arroganza, competitività, aggressività, provocazione nasconde il suo non stare bene  con se stessi, il suo vissuto da “povero me”, la sua svalutazione e  il meccanismo della retroflessione. L’odio segreto che queste persone provano per se stesse le porta a desiderare di essere chi loro invidiano alimentando sete di grandezza, competizione, arroganza;  inoltre utilizzano il meccanismo della svalutazione per negare la propria inferiorità e provocano l’ira degli altri per alimentare il loro masochismo. Sono i più impulsivi dei tre sottotipi, vivono un conflitto tra la volontà di reprimere la propria istintività e la voglia di compensare i propri desideri; rispetto agli altri sottotipi dove l’energia sessuale è bloccata qui è presente un impulso di superficie senza una libertà sessuale veramente profonda. (Naranjo, 2007; Danesi, 2009)

Il Carattere 5: Il meccanismo predominante è l’isolamento, interconnesso a uno più primitivo, la scissione dell’ Io. Il soggetto si distacca dalla vita emotiva e dagli affetti fino ad arrivare a un isolamento fisico dagli altri ed è portato a vivere ogni esperienza separata interponendo tra una e l’altra un vuoto e perdendo così di vista il contesto che dà un senso compiuto. Nell’infanzia è un po’ come se il carattere 5 avesse dimenticato un debolissimo legame con la madre e avesse così sviluppato l’isolamento e la distanza. Riguardo la scissione dell’Io convivono in lui un Io grandioso che si alterna ad un Io insignificante, queste due parti dell’Io non si conoscono e la persona è indotta a passare da una all’altra, a separare la sua visione della realtà e a percepire le cose in modo positivo e negativo contemporaneamente non diventando consapevole della contraddizione.  (Naranjo, 2007)

Il sottotipo conservativo è il più isolato e autistico, è portato ad idealizzare  la sua tana e di conseguenza idealizza anche se stesso (un esempio i racconti di Kafka). E’ attivo il meccanismo dell’isolamento: il soggetto sembra dimenticarsi del mondo per difendersi da eventuali dolori, frustrazioni e per proteggersi dall’invasione dei desideri altrui.  Fa di tutto per nascondersi, per diventare invisibile anche a se stesso.Il sottotipo sociale, oltre al meccanismo dell’isolamento e della scissione utilizza l’ idealizzazione primitiva, è la  tendenza a creare dei totem, a rendere alcune persone quasi divine, questo li porta a vedere sempre il meglio degli altri e a svalutare se stessi  e chi non è  all’altezza dei totem. Il carattere 5 oscilla  contemporaneamente nell’identificazione tra immagine grandiosa e denigrata e concepisce  il mondo come  abitato da pochi esseri speciali e da tanta gente senza valore e poco interessante.Il sottotipo sessuale è un romantico: da una parte è alla ricerca d’amore, dall’altra ne sente il vuoto, la mancanza. Come nel sottotipo sociale l’idealizzazione è la ricerca del totem, quello sessuale ricerca un ideale d’amore che affonda le sue radici nell’idealizzazione della donna. (Naranjo, 2007)

Il Carattere 6: Un meccanismo molto usato da tutti i caratteri ma tipico del 6 è la proiezione Parti di sé, pensieri, sentimenti ritenuti inaccettabili vengono attribuiti agli altri. Può accadere che il soggetto non riconosca neppure di avere un atteggiamento di autoaccusa, credendo che le accuse giungano da fuori (proiezione del Super Io), mentre nella proiezione dell’Es il soggetto attribuisce ad altri i propri impulsi. (Naranjo, 1996) La proiezione serve a questo carattere per alleviare il senso di colpa di cui soffre costantemente, l’autoaccusa nasce dal  “meccanismo di identificazione con l’aggressore” ben descritto da Anna Freud (1936). Il 6, incorporando l’autorità, (un giudice, un nemico interiore) vuole smorzare la sua condanna  ma alla fin fine tende a credere alle svalutazioni e a cedere alle richieste del suo aggressore interno. Si alimenta cosi la fantasia che la parte accusata sia molto pericolosa se lasciata in libertà e senza i dovuti controlli, in realtà, sarebbe giusto che il soggetto sperimentasse che non rischia di impazzire se si lascia andare di più.

Il sottotipo conservativo è timido, riservato, insicuro, il più pauroso dei tre sottotipi, il meccanismo di identificazione con l’aggressore lo induce a boicottarsi e a svalutarsi, inoltre proietta l’istanza accusatrice sentendosi cosi criticato, giudicato dal mondo. (Naranjo, 2007).Il sottotipo sociale  ha interiorizzato un tribunale e si appella a norme, leggi, ideali più che a un’autorità umana, può idealizzare l’aggressore interno con cui si è identificato. Non riesce a concretizzare i suoi progetti e le sue intenzioni. (Danesi, 2009).Il sottotipo sessuale proietta la sua  parte interna aggredita, per cui quando si trova sotto pressione o impaurito aggredisce e accusa gli altri. Non essendo  pienamente in contatto con la sua paura la sfida continuamente, buttandosi anche in imprese ad alto rischio. 

Il Carattere 7: usa diversi meccanismi di difesa: l’idealizzazione, la razionalizzazione, l’ipomania, la sublimazione, la regressione. La razionalizzazione serve al 7 per coprire le vere motivazioni delle loro azioni, ricorrendo ad argomentazioni, a ragioni valide  per giustificare il suo indulgere sui desideri e impulsi, così facendo soddisfa il Super Io. La razionalizzazione sta alla base dell’idealizzazione del Sé (da cui deriva il narcisismo), della madre, del mondo e delle persone significative per lui. La sublimazione invece lo induce a trasformare i suoi istinti in cose utili socialmente, non gli permette inoltre, di capire che le sue azioni sono dettate da suoi bisogni  e non  come lui crede dal suo altruismo. La sublimazione quindi spiega anche il fatto che questo carattere viva nella fantasia sostituendo progetti, immagini, al loro obbiettivo reale. Il meccanismo della regressione viene usato per evitare le frustrazioni presenti e rifugiarsi nell’infanzia fino all’utero materno, attraverso l’ipomania invece, sostituiscono la tristezza e il dolore del momento presente con il piacere e l’allegria. (Naranjo, 1996; 2007)

Il sottotipo conservativo appare come il più affettuoso dei tre, invece è il più cinico, opportunista, autoindulgente, usa la razionalizzazione per permettersi ciò che vuole  e proietta una buona immagine di sé per i suoi scopi. Idealizza la madre che rappresenta i valori più elevati  ed è un donnaiolo che ricerca nelle donne l’amore femminile, l’amore materno. Tra i tre sottotipi è quello più legato alla famiglia e con un po’ di più di senso del dovere. (Danesi, 2009)Il sottotipo sociale è sognatore, fantasioso, camuffa il suo egoismo con la calorosità, idealizza gli altri, in particolare la figura paterna.Il sottotipo sessuale idealizza se stesso, in particolare il suo bambino interiore e si autopromuove per ottenere dall’esterno conferme, gratificazioni relative ai suoi talenti e qualità. E’ il più narcisista, ama intrattenere parlando di sé, pavoneggiandosi come una persona che sa stare bene al mondo, superiore alla media,  interessante e  colta.  (Naranjo, 1996)

Il Carattere 8: Questi soggetti non sembrano usare le difese  perché appaiono più liberi di altri, si concedono la rabbia, vivono intensamente la sessualità, non inibiscono i loro impulsi, Reich (1973) nel carattere fallico – narcisista spiega questa caratteristica come una difesa dalla dipendenza e passività. Infatti si difendono reprimendo il loro bisogno d’amore, di tenerezza, così facendo si induriscono. I meccanismi di difesa  più utilizzati da questo carattere sono la negazione e la desensibilizzazione; una opera più a livello cognitivo sopprimendo i sensi di colpa dati dal suo atteggiamento sprezzante verso gli altri e reprime l’intuizione (disinteresse per la psicologia degli altri), l’altra agisce più a livello sensoriale e affettivo e ha a che fare con l’annullamento del dolore fisico, emotivo e la paura. A livello psicologico, accade che le situazioni di rischio si trasformino in eccitamento, sfida, attraverso un atto di sadismo verso se stessi, in pratica il soggetto ha rinunciato ad amarsi e a ricevere amore dagli altri. La desensibilizzazione induce questo carattere a invertire i valori tradizionali di modo che le nefandezze che compie abbiano sempre un fine di giustizia e lui risulti sempre  dalla parte dei ‘buoni’, questo meccanismo potrebbe essere descritto come  controidentificazione, (contribuisce la sua indole ribelle), in pratica è una identificazione inversa con ciò che genitori e società predicano. Rispetto al carattere quattro che introietta oggetti cattivi come corpi estranei, il carattere otto attraverso controidentificazioni mette fuori di sé ciò che non vuole .

Nel sottotipo conservativo la desensibilizzazione è più evidente, è il più duro, il meno emotivo dei tre sottotipi, è il più egoista  e il più aggressivo perché tutta la sua energia è impiegata per la sopravvivenza ad ogni costo, abile nel mercanteggiare  al fine di ottenere il massimo dei vantaggi. (Naranjo, 2007) Un’immagine che rappresenta bene questo soggetto è il cavaliere solitario, chiuso in sé, taciturno. Il sottotipo sociale è un po’ più compassionevole del conservativo, leggermente più sensibile, in particolar modo quando assiste ad un ingiustizia diventa empatico e solidale. (Naranjo,  2007) E’ più socievole, più aperto all’altro ma lui rimane l’autorità indiscussa. Il sottotipo sessuale è tra i tre il più emotivo anche se naturalmente non avverte i dolori fisici, è in grado di reggere le fatiche, i lavori duri, le malattie, le guerre. Vive in uno stato di sfida continua mettendo a serio pericolo la sua vita con sfacciataggine e ottimismo. (Naranjo, 2007) Un’immagine che lo rappresenta può essere quella di un soldato mercenario. 

Il  Carattere 9: Sono presenti i seguenti meccanismi: deflessione, confluenza, giovialità ipomaniacale. La deflessione (in questo caso si può chiamare semplicemente distrazione) è un  meccanismo dell’interruzione del contatto che il  9 adotta verso se stesso e verso gli altri, ad esempio sviando, distogliendo l’attenzione da emozioni intense, non rispondendo alle domande, parlando in astratto. Così divaga, si perde in cose non importanti o si butta nell’azione mosso da una visione della vita semplicistica e concreta. Il 9 può usare la giovialità ipomaniacale come difesa per evitare emozioni negative e per nascondere la depressione. La confluenza  fa in modo che il soggetto si identifichi con gli altri; idee, esigenze altrui diventano le sue adattandosi facilmente all’altro, proprio come avviene nel rapporto simbiotico madre-figlio. (Naranjo, 1996; 2007)

Il sottotipo conservativo si anestetizza molto più degli altri tre sottotipi, il sociale è più attivo ma il suo fine è sempre quello di mantenere la pace, il sessuale mette la sua energia nella sessualità ma rispetto all’otto sessuale è più monogamo e tranquillo, in generale i tre sottotipi hanno  una fisicità più morbida, sono simili all’otto ma più smorzati.

Igor Vitale, Vincenzo Fanelli, Almaas Alì, Beesing Maria, Nogosek Robert, O’ Leary Patrick, Chabreuil Fabien e Patricia,Cusani Maurizio,Erba Marco, Fumagalli Tiziana, Hey David, Lapid-Bogda Ginger, Messina Sergio, Tonin Enzo, Ouspensky Pëtr,Palmer Helen, Pangrazzi Arnaldo, Riso Richard, Riso Richard,Rohr Richard, Ebert Andreas, Tallon Robert, Sikora Mario, Tennenbaum Sylvia, Laugero Dominique, Cavé Françoise, Van de Wetering Willem Jan, ollmar Klausbernd, Webb Karin, Giovanni Paolo Quattrini

Ogni evento vissuto da bambini può lasciare profonde ferite psicologiche e spirituali: conflitti e situazioni che, sebbene appartengano al passato, restano nell’inconscio plasmando la nostra personalità e continuando ad esercitare la loro influenza nel quotidiano.

All’inizio siamo egocentrici, abbiamo pensiero magico, crediamo che la morte non esista e che le conseguenze degli eventi siano prevedibili e dipendano da noi. Vorrei aver avuto il coraggio di viver e la mia vita-  vorrei non aver lavorato tanto- vorrei aver avuto il coraggio di esprimere i miei sentimenti- Avrei voluto rimanere in contatto con i miei amici- Avrei voluto essere più felice...alcune frasi più ricorrenti nelle persone rispetto alla propria vita ed ai rimpianti e rimorsi. 

Non è possibile, non è giusto, non ci credo, sono frasi tipiche del bambino. Nell'adulto c'è un conflitto testa/ cuore cioè tra adulto e bambino che tiranneggia e non vuole rinunciare e un adulto intransigente e rigido.

Ci sono vari tipi di cinema: del passato(da quanto tempo..), del futuro (farò..), della fantasia(papà mi ama, divento un gande medico ecc,), della lamentela (nemici che si mettono fra voi e la vostra felicità), della spiegazione (Causa-Effetto), delle ipotesi (se solo avessi/avessero…)

Se la terapia è una relazione che nasce con il maternage e con il sostegno e poi si trasforma in autosostegno, bisogna aiutare le persone a diventare capaci di consolarsi e rassicurarsi da sole. Per impararlo ci vuole un grande sacrificio narcisistico.

Quando un paziente ha bisogno e mi chiede aiuto, io chiedo perché lo sta chiedendo a me, come posso aiutarlo, di provare a immaginare come può aiutarlo, cosa può fare per lui o per lei. Una persona esce dalla seduta con quello che ha dato non con quello che ha preso. E dando interesse a quello che dice scopre l’interesse che è in lui. Il terapeuta usa l’interesse del paziente per se stesso per farlo interessare a sé fino a che prende interesse per sé. L’obiettivo del paziente è l’amore per se stessi. Alla fine può rimanere un rapporto personale. Ma il terapeuta è il ponte fra il paziente e se stesso. (cit. Paolo Quattrini)

Le aspettative sono idee, fantasie che ci facciamo sull’altro. Ogni volta che ci creiamo delle aspettative, ci mettiamo in lista di attesa per la delusione. La delusione è qualcosa che facciamo noi in base alle nostre aspettative. Pensiamo ai bambini che devono soddisfare le aspettative dei genitori e viceversa.Partiamo dal presupposto che quella parte del cervello che chiamiamo “mammifero”, o sistema limbico, o cuore ha un problema. Perché il “ti amo perché ho bisogno di te” è un’affermazione solo del bambino interno che avete e che spostate sul mondo, sugli altri, quando l’unico luogo dove questo accade è tra genitore e figlio, mentre nell’età adulta con gli altri adulti dovrebbe essere “ti amo ma non ho bisogno di te”. L’altro dovremmo cercarlo per bisogno d’amore non per necessità. Cercarlo non perché sia necessario il suo amore, a differenza di quello dei genitori. Il problema è che cerchiamo l’altro perché speriamo che colmi tutte o molte delle nostre necessità passate, presenti e future. E se la nostra vita non sia determinata tanto dalla nostra infanzia ma dal modo in cui abbiamo imparato a immaginarla?

Alla base del nostro colorare il mondo c’è il bisogno di essere riconosciuti come soggetti amabili. Chi non lo sperimenta ha difficoltà a muoversi nel mondo. L’amore per i genitori nasce dal fatto che ci garantiscono l’esistenza e l’amore dei genitori viene valutato dal fatto che i genitori tengano quel comportamento che lui/lei si è immaginato. Il bimbo non può pensare che i genitori sbagliano, non lo può pensare, può solo sentirsi non amabile. Siccome vive in un mondo imperfetto ha la percezione che le imperfezioni che il mondo gli mostra derivano dal fatto che lui è imperfetto. E così si sforza di adattarsi al mondo per sforzarsi di essere come i genitori credono che lui sia. Deve disimparare che l’affetto non c’entra. Le persone si comportano così per il loro carattere ma la gente così com’è non può piacere a tutti. Ciò che abbiamo sviluppato nel tempo può essere solo funzionale nel qui ed ora. Perché mentre il bambino ha la necessità di star lì, l’adulto se vuole è autonomo e può scegliere se vuole o non vuole e può soddisfare i suoi bisogni da solo e incontrare l’altro per piacere Differenza fra necessità e amore.

Come mi hanno aiutato a vivere? Come me lo hanno impedito?
A volte i vostri genitori vi chiedono di restare ancora bambini, a volte vi avranno chiesto di essere precocemente adulti. In entrambe i casi voi avete accolto questa richiesta o vi siete opposti, esattamente come i bambini, avete raccolto una sfida.
L’influenza dei genitori ha avuto il suo tempo per essere esercitata dalla nascita alla pubertà…
Ci sono i patriarcati dove la donna è sottomessa e i matriarcati dove gli uomini sono senza forza, o famiglie molto conflittuali ed allora ci identifichiamo in ruoli e giochi di potere.
Guarire quella mamma e quel papà introiettati porta i pazienti a diventare genitori di se stessi e di conseguenza anche dei figli che hanno o avranno.

In riferimento alla teoria di MacLean e i tre cervelli (vedere sezione sito "due emisferi e tre cervelli") il sistema LIMBICO-EMOZIONALE comprende: bambino, cucciolo, mammifero, affettività, materno, amore compassionevole, agape. Il vero re è l’ultimo dei servi, uno saggio che usa i suoi poteri per dare soddisfazione al popolo. Né la mente né la coscienza sanno qual è la strada, ma il cuore, purchè il bambino interno non sia un tiranno. La coscienza ha il difficile ruolo di essere madre e padre dell’organismo e di assumersi la responsabilità, di proteggere e dare direzione. 

La maggior parte delle persone portano un problema con le cose o con le persone e non si rende conto che cose e persone attivano io-me (mondo interno).
Il primo passo è l’interiorizzazione del conflitto, cioè capire che per salvare l’istanza narcisistica ci facciamo del male nel mondo interno e che l’errore parte dalla coscienza e di quanto ha dato spazio ad uno dei tre cervelli(troppa prepotenza e territorialità, troppo bambino interno, troppo genitore interno).
MONDO INTERNO-IO/ME: rapporto tra coscienza e gli altri tre
MONDO DELLE COSE- IO/ME-LE COSE: lavoro, successo, oggetti ecc.
MONDO DELLE PERSONE- IO/ME-IO-TU: c’è chi tratta gli altri come cose controllandole, seducendole, o scambiando IO/TU, che è sano

5 ferite del bambino

L'Abbandono
Ci sarà una costante attenzione alla carenza, che porterà chi ne ha sofferto ad abbandonare il suo partner o i suoi progetti quando ancora è presto, per paura di essere chi verrà abbandonato. È una sorta di “ti lascio prima che sia tu a lasciare me”, “nessuno mi appoggia, non posso sopportare tutto questo”, “se vai via, non tornare”. Chi subisce l’abbandono (di solito dal genitore dell’altro sesso), indosserà la maschera del fuggitivo, come tentativo di ripristinare il proprio potere e volere. Parlerà in modo non incisivo per rimarcare la non presenza, non prenderà l’iniziativa.
MASCHERA:dipendente. Occhi: tristi. SGUARDO: magnetico. VOCABOLARIO: “assente”, “solo”, “non reggo”, “mi mangiano”, “mi stanno col fiato sul collo”.
CARATTERE: Vittima. Empatico. Bisogno di presenza, di attenzione soprattutto di sostegno. Difficoltà nel fare o nel decidere qualcosa da solo. Chiede consigli. Voce infantile. Difficoltà a sentirsi dire di no (ad accettare un rifiuto). Tristezza. Piange facilmente. Attira la pietà. Un giorno è allegro, un giorno è triste. Si aggrappa fisicamente agli altri.
MASSIMA PAURA: la solitudine.
Quando si attiva la ferita da ABBANDONO, indossi la maschera del dipendente. Essa ti fa diventare come un bambino piccolo che ha bisogno di attenzione, che la cerca piangendo, lamentandosi, o sottomettendosi a ciò che accade, in quanto credi di non potercela fare da solo. Tale maschera ti fa fare l’impossibile per evitare di essere lasciato, o per ottenere maggiore attenzione. Può addirittura convincerti ad ammalarti, o a diventare vittima di vari problemi, pur di ottenere il supporto o il sostegno che cerchi. Il dipendente ama fare l’indipendente e dire, a chi gli presta ascolto, quanto sta bene da solo, e che non ha bisogno di nessuno. La persona che soffre di abbandono alimenta la sua ferita ogni volta che si abbandona un progetto che le stava a cuore, ogni volta che si lascia andare, che non si occupa abbastanza di sé, che non si concede l’attenzione di cui ha bisogno. Fa paura agli altri aggrappandosi troppo a loro, e cosi facendo fa del suo meglio per perderli, trovandosi nuovamente sola. Fa soffrire molto il suo corpo, creandosi delle malattie allo scopo di attirare l’attenzione. La ferita da ABBANDONO è in via di guarigione quando ti senti bene anche da solo, e cerchi meno l’attenzione altrui. La vita è meno drammatica. Hai sempre più voglia di cominciare progetti nuovi’ e puoi continuare anche se altri non ti appoggiano.

Il rifiuto
Essendo una ferita molto profonda, implica il rifiuto interiore,ciò che abbiamo vissuto, i nostri pensieri e i nostri sentimenti. Può influire su molteplici fattori, come il rifiuto dei genitori, della famiglia o di se stessi. Genera sentimenti di rifiuto, pensieri negativi, come quello di non essere desiderati e porta alla svalutazione di se stessi. La persona che soffre questa dolorosa esperienza sente di non meritare l’affetto né la comprensione di nessuno e si isola nel suo vuoto interiore per paura di essere rifiutato. È probabile che, se avete sofferto di questi problemi durante l’infanzia, sarete persone “sfuggenti”. Per questo motivo, è indispensabile lavorare sul proprio timore, sulle proprie paure interiori e sulle situazioni che generano panico. Non sentirsi in diritto di esistere con il genitore dello stesso sesso.
MASCHERA: fuggitivo. Occhi con un’espressione di paura, o con l’impressione che ci sia una maschera intorno agli occhi. VOCABOLARIO: “una nullità, niente, inesistente, scomparire”.
CARATTERE: distaccato dalle cose materiali, perfezionista, intellettuale, passa attraverso fasi di grande amore alternate a odio profondo. Non crede di aver il diritto di esistere; dificoltà sessuali. Si crede uno assoluto, senza valore. Cerca la solitudine; evanescente, ha la capacità di rendersi invisibile. Trova vari modi per fuggire; facilmente si esilia sul piano astrale. Si crede incompreso; difficoltà nel lasciar vivere il proprio bambino interiore.
MASSIMA PAURA: il panico. Predisposto all’anoressia. Il fuggitivo ha una voce spenta, debole;
Il fuggitivo non ama particolarmente la danza. Quando balla, si muove poco, in modo evanescente, per non farsi notare. Ciò che ne emana, è un “non guardatemi troppo”;
Quando si attiva la ferita da RIFIUTO, si vuole fuggire dalla situazione o dalla persona che si crede essere responsabile del rifiuto, per paura di essere colti dal panico e sentirsi impotenti. Tale maschera può anche convincerci a diventare invisibili, ritirandoci in noi stessi con la credenza di non essere abbastanza importanti per prendere il proprio posto, di non avere diritto ad esistere come tutti gli altri. Il fuggitivo dà ad intendere che si occupa di sé e degli altri, per non sentire i vari rifiuti vissuti. La persona che soffre per il rifiuto alimenta la propria ferita ogni volta che si dà dell’ incompetente, del buono e nulla, che pensa di essere del tutto inutile nella vita altrui, ed ogni volta che fugge via da una situazione.La ferita da RIFIUTO è in via di guarigione quando prendi sempre di più il posto che ti compete, quando osi affermare te stesso. Inoltre, se qualcuno pare dimenticare che esisti, riesci ad essere comunque a tuo agio. Ti accadono molto meno situazioni in cui temi di essere colto dal panico.

L’umiliazione
Questa ferita si genera quando sentiamo che gli altri disapprovano ciò che facciamo e ci criticano.Potreste anche generare questo problema nei vostri figli dicendo loro che sono maleducati, pesanti e cattivi, così come se esponete i loro problemi davanti agli altri: questo distrugge l’autostima infantile. In questo modo, per difendersi si potrebbe assumere un atteggiamento da “tiranni” ed egoisti, e arrivare ad umiliare gli altri come scudo per proteggersi. Se avete vissuto queste esperienze, dovrete lavorare sulla vostra indipendenza, sulla vostra libertà, sulla comprensione delle vostre necessità e dei vostri timori, così come sulle vostre priorità. Tra il primo e il terzo anno, con il genitore che si è occupato dello sviluppo fisico. Di solito è la madre. Mancanza di libertà. Sentirsi umiliato dal controllo di questo genitore.
MASCHERA: masochista. Occhi: spalancati e innocenti. VOCABOLARIO: “essere degno, vds.indegno".
CARATTERE: spesso si vergogna di sé e degli altri o ha paura che gli altri si vergognino di lui. Conosce le proprie necessità ma non le ascolta. Si fa carico di troppe cose. Mantiene il controllo su tutto per evitare la vergogna. Si crede infimo rispetto agli altri. Empatico. Fa del suo meglio per non essere libero, in quanto “essere libero” significa “illimitato”. Se è senza limiti, ha paura di straripare. Gioca a fare la mamma. Ipersensibile. Punisce se stesso, credendo di punire l’altro. Prova un senso di disgusto e spesso vergogna sul piano sessuale, ma è sensuale,e non ascolta i propri bisogni sessuali. Compensa e si gratifica con il cibo.
MASSIMA PAURA: la libertà.
Quando si riattiva la ferita da UMILIAZIONE, indossi la maschera del masochista. Questa ti fa dimenticare i tuoi bisogni così da pensare soltanto a quelli altrui e diventare una brava persona, generosa, sempre pronta a rendersi utile, anche al di là dei tuoi stessi limiti. Fai in modo di caricarti sulle spalle responsabilità e impegni di gente che pare avere difficoltà nel rispettare ciò che deve fare, e questo ancor prima che te lo chiedano. Fai del tuo meglio per renderti utile, sempre per non sentirti umiliato, sminuito. Così facendo fai in modo di non essere libero, cosa che sarebbe così importante per te. E’ bravissimo a dire e a pensare che va tutto bene, e a trovare scusa per situazioni o persone che l’hanno umiliato. Chi soffre di umiliazione alimenta la propria ferita ogni volta che si sminuisce, che si paragona agli altri sminuendosi. Si umilia indossando abiti che non gli stanno bene, e sporcandoli. Fa soffrire il corpo dandogli troppo cibo da digerire e da assimilare. Si fa soffrire assumendosi responsabilità altrui, il che lo priva della sua libertà e del tempo da decidere a se stesso.La ferita da UMILIAZIONE è in via di guarigione quando ti concedi il tempo di verificare le tue necessità prima di dire di sì agli altri. Ti fai carico di molte meno cose, ti senti più libero. Smetti di creare dei limiti per te stesso. Sei anche capace di fare domande senza sentirti uno che disturba, se non addirittura un rompiscatole.

Il tradimento e la sfiducia
Questi sentimenti sorgono quando un bambino si è sentito tradito, specialmente da uno dei suoi genitori, che non ha rispettato le promesse fatte. Questo fa sì che la sfiducia che deriva da questo problema, possa trasformarsi in invidia e in altri sentimenti negativi, come la sensazione di non meritare le cose promesse o ciò che gli altri hanno. Aver sofferto di questi problemi durante l’infanzia crea persone sospettose e che vogliono sempre tenersi tutto stretto. Se durante la vostra infanzia avete sofferto una situazione simile, è probabile che avvertiate la necessità di esercitare un certo controllo sugli altri, che si giustifica solitamente con un carattere forte. Queste persone confermano i loro errori per il modo in cui agiscono. Hanno bisogno di lavorare sulla pazienza, sulla tolleranza e sul saper vivere, ad affidare le responsabilità. Fra i due e i quattro anni di età, con il genitore di sesso opposto. Violazione della fiducia o aspettative non corrisposte nella connessione amore/sessuale. Manipolazione.
MASCHERA: controllore. CORPO: esibisce forza e potere. SGUARDO: Intenso e seducente. Coglie tutto in un’occhiata. VOCABOLARIO: “hai capito lasciami fare da solo, lo sapevo, fidati di me, non mi fido di lui”.
CARATTERE: si crede molto responsabile e forte. Si sforza di mantenere gli impegni oppure non mantiene le promesse per vendicarsi, ha molte aspettative. Sbalzi d’umore. Convinto di aver ragione, cerca di convincere l’altro. Impaziente, intollerente, comprende e agisce rapidamente. Dà ottime prestazioni per farsi notare. Si confida con difficoltà. Non mostra la propria vulnerabilità..
MASSIMA PAURA: dissociazione, separazione, rinnegamento. E’ in grado di controllarsi quand’è occupato, ma poi perde il controllo. Il controllore ha una voce forte, che si sente da lontano. Il controllore prende molto spazio.
Quando vivi la ferita da TRADIMENTO, indossi la maschera del controllore che ti fa diventare diffidente, scettico, in guardia, autoritario e intollerante, a causa delle tue aspettative. Fai di tutto per mostrare di essere una persona forte, soprattutto che non si lasciano influenzare dagli altri.Questa maschera ti fa fare cose incredibili pur di evitare di perdere la tua reputazione, dimentichi i tuoi bisogni, e fai quello che fai perché gli altri ti pensino affidabile. Il controllore è convinto non aver paura di nessuno. Si punisce facendo tutto da solo, perché non ha fiducia negli altri e non delega nulla. La ferita da TRADIMENTO è in via di guarigione quando non vivi più tante emozioni nel momento in cui qualcuno o qualcosa disturba i tuoi piani. Molli la presa più facilmente. Preciso che mollare la presa significa smettere di restare aggrappati ai risultati, smettere di volere che tutto avvenga secondo i nostri piani. Quando sei molto fiero di te in seguito a una tua impresa, puoi essere a tuo agio anche senza il riconoscimento altrui.

L’ingiustizia
Ha origine nei contesti in cui le persone che si occupano dei bambini sono fredde ed autoritarie. Durante l’infanzia, le esigenze esagerate e che passano i limiti generano sentimenti di inefficienza e di inutilità, tanto quando si è bambini come quando si è adulti. La conseguenza diretta sulla condotta di chi ne ha sofferto sarà la rigidità, poiché queste persone cercheranno di essere molto importanti. È probabile, inoltre, che si sia creato un fanatismo per l’ordine e per il perfezionismo, così come l’incapacità di essere sicuri sulle decisioni che si prenderannotra i quattro e i sei anni di età, con il genitore dello stesso sesso. Dover fornire prestazioni elevante ed essere perfetto. Blocco dell’individualità
MASCHERA: rigido. CORPO: diritto, rigido e più perfetto possibile. Ben proporzionato. SGUARDO: luminoso e vivace. VOCABOLARIO: “nessun problema sempre/mai, benissimo, , esattamente, sicuramente, d’accordo?” CARATTERE: perfezionista, taglia i ponti con il suo sentire. Incrocia spesso le braccia. Dà prestazioni che mirano alla perfezione. Vivace, dinamico. Si giustifica molto. Ha difficoltà a chiedere aiuto. Può ridere per niente, per nascondere la sua sensibilità. Tono di voce secco e rigido. Difficoltà nel concedersi ciò che gli fa piacere senza poi sentirsi colpevole. Non rispetta i propri limiti, chiede troppo a se stesso. Si tiene sotto controllo. Ama l’ordine. Raramente si ammala, è duro nei confronti del proprio corpo. Collerico. MASSIMA PAURA: la freddezza.
Quando è attivata la ferita da INGIUSTIZIA, indossi la maschera del rigido, che fa di te una persona fredda, nel tono quanto nei movimenti. Proprio come il tuo atteggiamento, anche il corpo si irrigidisce. Questa maschera ti fa diventare anche un gran perfezionista, e ti fa vivere tanta collere, impazienza, critica, intolleranza nei confronti di te stesso. Sei molto esigente, e non rispetti i tuoi limiti. Ogni volta che ti tieni sotto controllo, che ti trattieni o che sei duro nei confronti di te stesso, è segno che hai messo la maschera del rigido.Chi soffre di ingiustizia alimenta questa ferita diventando troppo esigente nei propri confronti.Non rispetta i propri limiti, e si impone molto stress. E’ ingiusto con se stesso perché si critica, e ha difficoltà a vedere le proprie qualità positive e le buone cose che fa. Soffre quando vede soltanto ciò che non è stato fatto, oppure soltanto l’errore commesso. Si fa soffrire avendo difficoltà nel concedersi ciò che gli fa piacere.La ferita da INGIUSTIZIA è in via di guarigione quando ti permetti di essere meno perfezionista, di fare errori senza entrare in collera o avere un senso di critica. Ti permetti di mostrare la tua sensibilità, di piangere davanti agli altri, senza perdere il controllo e senza paura del giudizio altrui.

  1. la ferita del rifiuto e la corrispettiva maschera da fuggitivo
  2. la ferita d’abbandono e la maschera da dipendente
  3. la ferita dell’umiliazione con la corrispondente maschera da masochista
  4. la ferita del tradimento e la maschera del controllo
  5. la ferita dell’ingiustizia e la maschera del rigido.

 

Per questo articolo i riferimenti e i ringraziamenti vanno allo stimato collega ed amico dottor Giandomenico Bagatin ed al suo lavoro, concretizzato anche con il libro "Il Cuore Bambino", per aver portato in Italia la Gestalt Play Therapy; si indica come lettura Il Cuore Bambino.  A Paolo Baiocchi per la sua continua ricerca rispetto ai tre cervelli e allo sviluppo continuo di nuove tecniche. A Giovanni Paolo Quattrini per le sue lezioni e per essere un maestro straordinario. A Lise Bourbeau per aver scritto libri interessanti rispetto al costrutto.

 

 

 

 

 

Se una tigre entrasse in questa stanza proverei paura, ma se ho paura nel sogno vedo una tigre (Borges, il libro dei sogni)

Aristotele è stato il primo a dire che sognano anche gli animali e che quindi i sogni non possono venire dagli Dei i qualicomunicano solo con gli uomini.Se i sogni vengono dall’interno allora sono messaggi interni dell’organismo, (prima visione vicina a quella contemporanea). I sogni avvertono l’individuo di aspetti di sé.

Freud diceva che i sogni fossero la via regia all’Inconscio, che erano una scatola nera, soddisfazione di cose allucinatorie che in stato di coscienza non potevano essere soddisfatti (sputare, uccidere, ecc…).

Jung invece ha sottolineato una funzione nel regolare i bisogni ed una prospettica, ovvero una possibilità di costruire progetti per il futuro che deriva dagli archetipi sia individuali sia collettivi.

Per la Gestalt sono la via regia per l’integrazione di parti di sé non riconosciute. Quello a cui non abbiamo potuto prestare attenzione può ritornare, torna. 

Per me possono essere anche delle fonti di ispirazione o messaggi perché credo nella parte spirituale, credo che noi siamo qualcosa di più. In ogni caso a livello neurofisiologico parlano con un linguaggio non digitale, comprensibile, perché non ce n’è bisogno durante il sonno e la coscienza dorme; eppure il corpo no, si riposa ma non dorme, infatti ci muoviamo, le palpebre, movimenti ecc. e sono un ‘esperienza. (Sergio Mazzei)

Lavorare sui sogni significa lavorare sui problemi incontrati di notte esattamente come un’esperienza avuta in stato di veglia. Bisogno lavorare con il proprio modo di vedersi, anche se è scomodo. Sognano anche i feti dal sesto mese in poi.

«Dato che il nostro scopo è quello di fare di ognuno di noi una persona sana, il che significa una persona integrata senza conflitti, quel che dobbiamo fare è rimettere insieme i vari frammenti del sogno. Dobbiamo riappropriarci di queste parti proiettate e frammentate della nostra personalità, e riappropriarci del potenziale nascosto che compare nel sogno».
(Perls F., "La terapia gestaltica parola per parola", pag. 76)

Il sogno è perciò un messaggio esistenziale circa quello che manca nella nostra vita, quello che evitiamo di fare e di vivere e quelle parti di noi che abbiamo alienato e che costituiscono ora dei "buchi di personalità".

Tecniche:

1) Metterli in scena o recitare le diverse parti del sé per integrarle ed essere più consapevoli;

2)Tutte le parti del sogno sono parti di noi ma esistono delle figure più pregnanti di altre, i simboli, e come con le metafore di dialogo è tra l’oggetto del sogno è il sé (macchina rotta: vorrei una revisione);

3) Notare come vengono raccontati col corpo, che dice cose che voi non dite perché non lo avete registrato;

4) Perché? Perché hai scelto di sognare questo? Perché hai visto la negatività e non la sua positività? Se c’è la forza perché non c’è le debolezza? Dove hai messo l’altro lato?

5) Ok, come sei vestito? Come sei seduto? Cosa c’è fuori? Aumentare i dettagli… questo attiva delle emozioni. Respira un po’ di più e vedi che immagini arrivano.

6) Sembra che non ci sia niente da fare ma invece ad esempio puoi cambiare il finale perché è parte di un processo.

«Ogni parte del sogno sei tu, è una tua proiezione, e se ci sono lati incongruenti, lati contraddittori, e tu li usi in modo da farli entrare in conflitto, questo non è altro che l'eterno gioco del conflitto, il gioco dell'autotortura».
(Perls F., "La terapia gestaltica parola per parola", pagg. 78-79)

 (approfondire nell'articolo Enneagramma)

In ambito filosofico "persona" deriva dal latino persōna persōnam derivato probabilmente dall'etrusco "personaggi mascherati". Tale termine etrusco sarebbe ritenuto un adattamento del greco dove indica il volto dell'individuo ma anche la maschera dell'attore e il personaggio da esso rappresentato.Con lo Stoicismo il termine "persona" iniziò ad indicare l'essere umano che ha un ruolo nel mondo affidatogli dal suo destino. A partire da Tertulliano (155-230) il termine latino "persona" occorre a descrivere la Trinità[10]: "una sostanza (una substantia), tre persone (tres personae). 

Con il termine personalità si intende l'insieme delle caratteristiche psichiche e delle modalità comportamentali (inclinazioni, interessi, passioni) che definiscono il nucleo delle differenze individuali, nella molteplicità dei contesti in cui la condotta umana si sviluppa. «La personalità è la più o meno stabile e durevole organizzazione del carattere (persona o maschera), del temperamento, dell'intelletto e del fisico di una persona: organizzazione che determina il suo adattamento totale all'ambiente. » quel modo relativamente stabile e particolare di organizzare gli elementi cognitivi, emotivi e senso-motori della nostra esperienza che formano la nostra identità” E’ l’idea che ci siamo fatti di noi stessi attraverso le nostre esperienze di vita. E’ il modo in cui ci rappresentiamo, la nostra immagine interna che vuol dire la somma delle esperienze di vita che abbiamo accumulato e che hanno creato il nostro senso di identità che ci permette di riconoscerci e di integrare le nostre esperienze e questa è in continua evoluzione.
Quindi il carattere è una parte della personalità non coincide con essa

Avete presente i bambini? Qual è la loro caratteristica fondamentale? La dipendenza per sopravvivere. Negli orfanotrofi americani vi fu una ricerca: i bambini morivano di marasma perché cambiava continuamente il datore di cura. Ma perché "dipendente" proprio dalla mamma? Perché fra i due c’è un legame, cioè un attaccamento, perché sperabilmente la madre gli dia da mangiare (sperabilmente perché da adulti ci attacchiamo lo stesso nonostante il cibo). L’attaccamento "appiccica" due così sono vicini.

Ci sono un sacco di leggende che parlano di ponti;  ecco che la prima persona che incontriamo sul ponte è quella investita dall’attaccamento, come l’imprinting per Konrad Lorenz, Di troppo attaccamento si può morire, perché c’è differenza tra appartenere (tenere per una squadra) e partecipare (avere scambio), quella differenza che risiede nella qualità della vita; se uno partecipare non appartiene ed il ponte è migliore.

Gli attaccamenti insicuri non usano tutti e tre gli istinti di base, fuga, territorio e sesso, ma ci specializziamo in uno stile:

1) L'ambivalente dice: "Quale separazione?" E' pervaso da angoscia di separazione, paura dell’abbandono, difficoltà a lasciare ed essere lasciati. Si aggrappa. Non evita ma ne fa una bomba atomica. La vicinanza è vitale, “stai dalla mia parte”, "dimmi che sono bella, brava ecc.". "Perché mi tratti così male?" Dovrebbero sviluppare "umiltà" di sbagliare, di chiedere, di farsi vedere fragili, veridicità e autenticità anche se non tutto funziona ed equanimità di accettare che il mondo è ingiusto a valorizzare quello che hanno, dire "non mi piace" e mostrare i difetti.

2) L' Evitante dice: "c’è stata una separazione, ma facciamo con quello che c’è".C’è ritiro o fuga. Chi non evita non sopravvive, ma se si evita per la paura si evitano le conseguenze che l’attaccamento implica, aggressività compresa. Dovrebbero sviluppare distacco dell’aderenza a sé, il coraggio di accorgersi dove stanno i pericoli.

3) Il Disorganizzato dice: "c’è altro da fare". Non sapendo come reagire e non riconoscendo l'autorità della madre sostituisce la qualità del legame con il fare. Non è legato al bisogno di nutrimento ma di protezione, agisce sulla realtà con-creta.Chi fa troppo si dimentica dei suoi bisogni, non riconosce la madre come più grande di lui quindi la relazione non è mai stabile. E' incongruo, parla d’altro, si attiva nel fare, è disilluso. Nel mettere ordine nel mondo vorrebbe renderlo perfetto, organizzarlo e poiché non lo è, sviluppa ira. I disorganizzati dovrebbero sviluppare la serenità di mollare la presa, riconoscere i loro bisogni, l'innocenza di stare nel mondo con quello che c’è. Evitante e Disorganizzato evitano la vicinanza perché non la reggono. 

L’attaccamento é anche innamoramento, ed è fondante di quella che sarà la relazione con l’altro, della nostra configurazione caratteriale, di quello che ci aspettiamo dall’altro. E’ una ricerca d’amore perché è quello che l’essere umano vuole esistenzialmente, se non c’è amore moriamo, come nella depressione.

Il Sentimento è caratterizzato da intensità emotiva: “sentono” nel bene e nel male. Ad un gruppo si chiedono: "Come mi sono sentita? Mi è piaciuto? Belle persone!". Sono amati se sono adorati, riconosciuti, gratificati, presi in carico. Orgoglio, vanità, invidia sono i loro vizi.
L'Azione fa delle cose per e con le persone. L’azione trasforma il mondo e si può controllarne il risultato (che ci ubbidisca o il contrario); amministrano con l’utilità. Ad un gruppo si chiedono: "è stato pieno di stimoli, utile?", dicono spesso “basta che funzioni! O così o così, adesso trovo una soluzione”.
Sono amati se sono presenti, utili, perfetti, spiegano la loro verità, oppure usano la sottomissione. Sottomissione, Accidia, Ira sono i loro vizi.
I Pensiero vogliono essere capiti, evitano astraendosi dall’emozione perché capire rende più sopportabile la cosa. Ad un gruppo escono e si chiedono "ho capito? Era logico?".Causa/effetto. Sono amati se sono compresi, capiti, lasciati in pace, perdonati, se hanno consenso e indulgenza, permesso dall’altro. Avarizia, Paura, Gola sono i loro vizi.

Qual è l’obiettivo della terapia o percorso di vita? Smettere di nutrire il carattere e fare cose diverse. DISIDENTIFICARSI. Adattarci in modo creativo. Ricordo che il carattere dell’attaccamento è COME SIAMO non COSA SIAMO differenza tra persona e personalità, che cambia. Perché non conta quello che uno è ma quello che fa. E’ un impegno, uno sforzo e bisogna fare esperienza, far accadere la relazione io-tu non io con me.

Rif. Attaccamento e Perdita John Bowlby, Giovanni Paolo Quattrini