Gestalt, in tedesco significa forma dotata di senso: vuol dire esattamente l’insieme, il quale è più della somma delle parti (P.Quattrini, 2007).La Psicologia della Gestalt concepisce lo sviluppo umano, la crescita, la formazione del sé all’interno della relazione con l’ambiente.
Per questo motivo viene data notevole rilevanza alla “qualità del contatto”, attraverso il quale l’individuo può trovare e assimilare ciò che è necessario per la sua sopravvivenza e lo sviluppo, e rifiutare quelle esperienze che non possono essere assimilate e utilizzate (Perls, 1947/1969).
Se durante la crescita aspetti o qualità del sé diventano problematici, in relazione a un particolare ambiente fisico o sociale, allora il bambino per affrontare il conflitto tra il bisogno di essere accettato (in tenera età un rifiuto può assumere il valore di una minaccia legata alla sopravvivenza) e la difesa delle qualità del sé, alienerà quegli aspetti del sé inaccettabili per l’ambiente. Le qualità del sé rinnegate, così come le sensazioni, i bisogni, le espressioni, i movimenti e le immagini ad esse associate, vengono tenuti lontani dalla consapevolezza in uno spazio conflittuale, dove continuano ad esistere e ad essere in azione. La repressione emotiva dei sentimenti potrà essere tradotta in un irrigidimento dei muscoli del collo, della mascella, al quale si accompagnerà una lettura cognitiva dell’evento sotto forma di pensieri su se stesso, sugli altri e sulla vita: “non mi vogliono abbastanza bene da permettermi di...”, o “io non sono come gli altri bambini”,ecc.(A.Ferrara,1988). 
Se tali esperienze frustranti, come ad esempio un atteggiamento critico e scoraggiante agito costantemente e regolarmente da altri, si ripetono, l’intero processo può cronicizzarsi portando alla formazione di quello che E. Berne chiama il “copione” di vita (E. Berne,1979), e che quello che era un processo di adattamento temporaneo ad una situazione difficile, a lungo andare si sia trasformato in un atteggiamento automatico caratterizzato da un cronico ritirarsi in se stesso. In questo modo la capacità di “venire fuori nel mondo” (il proprio atteggiamento verso l’ambiente) può venire circoscritta dalla struttura fisica, che consente alla persona solo alcuni comportamenti, mentre limita e rende meno fluida la produzione di altri.
La Gestalt propone un percorso esperienziale di graduale appropriazione (re-owning) ed eventuale integrazione delle parti scisse. L'importanza delle emozioni viene sottolineata da Perls: le emozioni sono il linguaggio stesso dell'organismo; modificano l'eccitazione basilare a seconda della situazione da affrontare. L'eccitazione viene trasformata in emozioni specifiche, e le emozioni vengono trasformate in azioni sensoriali e motorie. Le emozioni producono le cariche energetiche e mobilitano i modi e mezzi per soddisfare i bisogni" (Perls, 1973, p.33). Se un certo tipo di eccitazione non può trasformarsi nell'attività corrispondente ma subisce una stagnazione, allora abbiamo lo stato chiamato angoscia, che è dato da una eccessiva quantità di eccitazione che resta trattenuta, imbottigliata. (Perls, 1969, p. 73). La conseguenza più preoccupante è che ci allontaniamo da noi stessi, perdendo fiducia nei nostri sentimenti e quindi nei nostri bisogni, sostituiamo all'autoregolazione l'autocontrollo e, come sappiamo, è tutto l'organismo ad essere danneggiato. Anche se oggi ci comportiamo in un certo modo a causa di eventi passati, le difficoltà attuali sono connesse all’agire oggi. Le questioni insolute del passato gli ostruiscono la strada del presente e, mediante la terapia, ci viene data la possibilità di far riemergere tali confitti e di esplorare modalità diverse per affrontarli. In tale processo si tratta di mettere in opera una serie di operazioni che favoriscano il ripristino di un flusso vitale evolutivo nel paziente (Zerbetto, 1986).
Se la terapia è sblocco, sviluppo, crescita, rottura del meccanismo paralizzante, ricerca di uno spiraglio per la vita che ci liberi dal vicolo cieco, dallo scacco matto, allora ogni possibilità va cercata ed affinata. Sotto questo profilo l’interpretazione acquista minor valore (quando non si presenta come atto di intrusione, di deresponsablizzante esercizio di potere conoscitivo sull’altro) rispetto ad un diverso approccio del terapeuta che privilegia lo stare con (mit-sein) il vissuto del paziente, un operare sulla gestalt emergente in modo maieutico che privilegia il porre domande anziché il dare risposte, un agire sul sintomo perché si renda più leggibile nelle sue origini, nella sua strutturazione, nei suoi meccanismi di rinforzo.
Noi siamo una totalità, funzioniamo come una totalità. Purtroppo tendiamo a scindere e a reificare: …se diciamo sento una tensione non ne siamo responsabili, ma se dico “mi sto tendendo” mi prendo responsabilità di ciò che sento/faccio. Questa è la differenza tra reificazione (trasformazione di un processo in una cosa) e processo. Se usiamo il nostro corpo anziché essere il nostro corpo, se impieghiamo le nostre energie nell’intelletto, nella spiegazione, ci sentiamo come se fossimo nessuno perché non abbiamo più un corpo. Ecco che molti quando escono dalla routine del lavoro quotidiano, se si trovano ad affrontare il vuoto e il nulla, cadono vittime della nevrosi della domenica. Quello che si realizza se non stiamo nel presente è che non stiamo veramente al centro di noi stessi e  con i sensi aperti, luogo in cui una soluzione si trova sempre.
"La psicoterapia della Gestalt parte da una filosofia. Sotto ogni impostazione psicoterapeutica ci sono valori e principi filosofici.Freud pensava nei termini della scienza del tardo Ottocento - dello Scientismo e del Positivismo deterministico. Era una visione biologicamente darwiniana, peraltro più chiusa al movimento e al soggetto, alla soggettività (tutto molto modificato nella rivoluzione post-einsteiniana). La Gestalt parte da una visione più esistenziale, dalla considerazione che siamo qui ed ora, che il passato esiste unicamente come traccia, rudere, registro archivio, ricordo, che non c'è. Esiste oggi solo quello che è presente, che il futuro non c'è, esiste soltanto come anticipazione, paura, speranza, pianificazione, progettazione. Fondamentalmente, dunque, non possiamo continuamente attribuire, per esempio, i nostri guai al passato e porre le nostre speranze, la nostra positività nel futuro. La Gestalt cerca di sensibilizzare l'individuo al suo essere qui ed ora, cerca di aiutarlo a stare qui ed ora e ad assumersi la responsabilità della sua esistenza, perché è inutile dire: "Sono così, faccio così, perché quando avevo tre anni mi è successo questo". Se guardi adesso, non hai più tre anni, è solo un ricordo. Se tu ti rendi conto che stai qui, adesso, e che non sei ancora là, dentro quella situazione, cambia tutta la prospettiva." B. Simmons (1997)

 Peculiarità dell’approccio gestaltico

  •  L’individuo e l’ambiente rappresentano un unico ecosistema interagente, che si autoregola e cresce in funzione di ogni elemento che ne fa parte; il disagio psicologico assume perciò un significato di adattamento creativo in risposta all’ambiente in cui si è sviluppato nel passato, ma che può non aver più la stessa utilità nella situazione presente.
  • L’approccio gestaltico considera importante l’intera esperienza di vita di una persona: fisica, psicologica, intellettuale, emotiva, relazionale e spirituale.
  • La terapia della Gestalt si occupa soprattutto di osservare e verificare la consapevolezza del processo dei pensieri, sentimenti e azioni di un individuo, prestando maggiore attenzione al “cosa” e al “come”, piuttosto che al “perché” di un'azione o di un comportamento. La consapevolezza del come qualcosa avviene, infatti, conduce più facilmente alla possibilità di compiere un cambiamento genuino e responsabile.
  • La relazione terapeutica rappresenta il laboratorio di ricerca ideale in cui un cliente può scoprire, osservare e integrare alcuni aspetti della sua personalità, sulla base dell’esperienza diretta con il terapeuta per il quale è più importante l’esperienza di un comportamento che l’interpretazione di questo.

 Storia: 

La psicologia della Gestalt è stata fondata agli inizi del XX secolo da M.Wertheimer, K.Koffka e W.Kohler (1887, Estonia) in contrapposizione alle teorie contemporanee

  • dell'associazionismo: dottrina filosofica e poi psicologica che spiega i processi conoscitivi attraverso l'associazione di percezioni elementari che si combinerebbero in virtù di norme e leggi costanti
  • del comportamentismo: indirizzo della psicologia statunitense, introdotto alla fine del XIX secolo, secondo il quale l'unica psicologia scientifica è quella basata sullo studio del comportamento osservabile di un organismo, prescindendo da ogni riferimento ai fattori fisiologici interni, cognitivi e mentalistici che lo hanno determinato
  • La Gestaltpsychologie, la Psicologia della Forma, invece afferma che: la percezione di un oggetto o di un evento rappresenta più della semplice somma dei singoli elementi componenti. Tale “andare oltre i singoli elementi” viene identificato nella Forma che assumono le realtà a livello soggettivo. Le qualità della forma sorgono e dipendono dalla partecipazione dei singoli elementi al tutto; esse sono colte immediatamente e non sono riducibili agli elementi costitutivi. A partire, quindi, dagli studi sul movimento apparente (il fenomeno phi di Wertheimer), la complessa totalità strutturale della situazione stimolante assume un ruolo di primo piano.Gestalt infatti vuol dire forma ma anche connotazione, attributo di forma (come regolare, simmetrico, ruvido, opaco ecc) quindi si riferisce sia all’oggetto che all’organizzazione. Potremmo perciò includere i processi di apprendimento, del ricordo, dell’atteggiamento emotivo, del pensare, dell’agire ecc. Ecco perché, per psicologo della Gestalt, il significato di pura e semplice forma non è più al centro dell’attenzione! Questo non significa che questi problemi di più ampia portata possano essere risolti con la semplice applicazione dei principi generali.

 "L’Io, la fame e l’aggressività" è l’opera che segna il passaggio dalla psicoanalisi freudiana alla psicoterapia della GestaltL’io, la fame e l’aggressività diventano elementi fondamentali per la nuova prospettiva: l’Io non è più sostanza ma è una funzione dell’organismo che permette la crescita attraverso continui processi di identificazione ed alienazione di elementi esterni ed interni. Tali processi stabiliscono la qualità della comunicazione fra mondo interno e mondo esterno e consentono all’individuo di assimilare le novità per evolvere. L’organismo si sforza di mantenere un equilibrio che è disturbato dai suoi bisogni ed è  ristabilito attraverso l’appagamento o la loro eliminazione.

La psicoanalisi sottolinea:

  • l’importanza dell’Inconscio e dell’istinto sessuale;
  • l’importanza del passato e della causalità;
  • l’importanza delle associazioni, del transfert e delle repressioni.

La psicologia della Gestalt proposta da Perls invece rivaluta:

  • le funzioni dell’Io e dell’istinto della fame;
  • l’importanza del presente e della progettualità;
  • l’importanza delle reazioni spontanee  e della retroflessione.

Nella revisione della psicoanalisi Perls intende:

  • sostituire il concetto psicologico con il concetto organismico;
  • sostituire la psicologia dell’associazione con la psicologia della Gestalt;
  • applicare il pensiero differenziale.

Le critiche alla psicoanalisi classica

Nel delineare le sue critiche alla psicoanalisi classica, l’Autore si sofferma sulla concezione di libido e sull’approccio alla cura del sintomo.
La libido freudiana è vista contemporaneamente come causa e fattore di piacere e il termine “libido” è applicato con riferimento sia all’energia sessuale che alla soddisfazione del piacere ed alla gratificazione.
Le critiche rivolte a Freud riguardano anche la tecnica delle associazioni libere che, secondo Perls, de-centra l’attenzione dal sintomo a ciò che emerge dalle libere associazioni di paziente ed analista.
L’evitamento del rapporto faccia a faccia tra paziente ed analista ed ogni tipo di contatto fisico tra le due figure contribuisce a trasformare il colloquio psicoanalitico in un rituale ossessivo e rigido.
L’attenzione di Freud sul passato e sul rimosso portano ad interpretare tutto ciò che accade durante l’analisi come mediato dal transfert e dal passato represso dal paziente; tali impostazioni tendono ad un sempre maggiore evitamento del contatto con il paziente.
Secondo Perls, difatti il discredito assegnato al presente, al qui ed ora, ha reso necessaria l’introduzione del transfert: se non si lascia spazio all’atteggiamento spontaneo e creativo del paziente in sintonia con il proprio sentire, o si cercano spiegazioni nel passato (ipotesi del trasferimento di ogni comportamento dai tempi remoti al setting analitico)  oppure, secondo il pensiero teleologico espresso da Adler, si cercano i fini del comportamento del paziente.
Bisognerebbe lasciar rivivere la situazione passata permettendo al paziente di immaginarsi realmente sul posto per descrivere in dettaglio cio che vede o fa.
Il presente si configura come punto-zero, mutevole nei suoi opposti di passato e futuro e la realtà assume un nuovo aspetto dettato dal senso di attualità.

 

Bibliografia

  • L’Io, la Fame, l’Aggressività, F.Perls. Franco Angeli Editore 1995
  • La terapia Gestaltica Parola per parola, Frtiz Perls, Edizioni Astrolabio, 1988
  • Le metafore nel colloquio clinico, l’uso delle immagini mentali del cliente, R.R.Kopp, Erikson Edizioni 1998
  • Le storie che curano, Freud, Jung, Adler, di J.Hilmann, Raffaello Cortina Editore, 1984
  • Ogni vita merita un romanzo, quando raccontarsi è terapia, E.Polster.  Astrolabio 1988
  • Fenomenologia dell’esperienza, Paolo Quattrini, Zephiro Edizioni 2007
  • Appunti e memorie di lezione IGF I, II, III, IV anno

 

“L’importante non è quello che hanno fatto di me,
ma ciò che io faccio di ciò che hanno fatto di me”
J.P.Sartre                                                                                               

Nel mio studio si fa esperienza, che è condivisa nella relazione. Il paziente non è un oggetto di osservazione, ma un soggetto che interagisce con il terapeuta, senza distinzioni sano-malato (paziente significa infatti "colui che soffre"). Quando l’esperienza nella relazione tra paziente e terapeuta produce qualcosa di buono è possibile che il paziente possa muoversi in modo diverso nel mondo. Non si tratta di semplificare l’esistenza, ma di adattarsi ad una vita che è complicata, utilizzando modalità differenti da quelle che abbiamo adottato fino a poco prima. Il passaggio è dal sostegno all’autosostegno. Il terapeuta è un ponte tra il paziente e se stesso e desidero autonomia, non dipendenza. L’obiettivo terapeutico consiste nel desiderare e immaginare uno spazio che non vede; per progetto terapeutico intendo quindi ciò desidero ed immagino per i miei pazienti, nel vedere un orizzonte possibile per loro. Il nucleo del processo terapeutico è il CONTATTO: Attraverso la conoscenza delle modalità con cui il paziente e il terapeuta entrano in contatto nel “qui e ora” dell’incontro terapeutico si può stabilire il rapporto di fiducia necessario per la crescita e favorire l’esperienza di cambiamento, ossia di ampliamento e arricchimento della percezione dei confini dell’io.
“Le persone sono convinte, spesso, di dover diventare diverse da come sono, di essere sostanzialmente sbagliate e di dover diventare giuste, e molti consumano inutilmente anni per perseguire questo scopo. In realtà il buon senso mostra come le persone sono quel che sono e non possono cambiare quel che sono: possono invece cambiare ciò che fanno e fare infinite cose diverse” (cit. Quattrini P.,2007)
Ci troviamo quotidianamente in contatto con situazioni non completate, lasciando a metà un’azione o un desiderio, e solo quando queste diventano sufficientemente potenti ci assalgono con preoccupazioni, atti compulsivi o autodistruttivi, diffidenza, sintomi, ecc; tutti stati non legati alla situazione attuale, ma elementi stratificati ed oppressivi del passato.

La Psicoterapia della Gestalt focalizza l’attenzione sulla parte mancante, omessa, negata o bloccata, che è quella che permette, una volta reintegrata nella coscienza, al ciclo di chiudersi. La maggior parte degli individui riesce a contenere molte situazioni incompiute, perché nella vita sono inevitabili. Ciònondimeno queste situazioni non completate, quando diventano così forti e potenti assalgono l’individuo con preoccupazioni, comportamenti compulsivi, energia oppressiva ed attività autodistruttive. La psicoterapia accompagna il viaggiatore, gli mostra i suoi inciampi richiamandolo alla responsabilità nei confronti dei suoi bisogni e dei suoi desideri. Spesso le persone rinunciano ai propri sogni : l’aiuto è nell’aiutare a dare forme al comportamento che non siano al di fuori della portata delle loro possibilità ed anche ad operare sacrifici narcisistici accettabili e vantaggiosi. Ci sono varie possibilità e ognuna ci offre degli spunti per lavorare, per riconoscere ciò che è ed utilizzare l’esperienza -mito come un mezzo di trasporto che ci consenta di esplorare altre possibilità, anziché esserne inghiottiti.

Lavoro sul presente: passato e futuro non esistono, non più e non ancora...possono essere rispettivamente bagagli da cui attingere o scenari per progettare ma se ci si fa inghiottire dalle fantasie, future o passate difficilmente si è in grado di gestire le situazioni.
L'ACCOGLIMENTO iniziale che è una specie di maternage dove deve succedere di stabilire cosa la persona vuole ed emerge una figura della situazione emozionale di quella persona nel momento della seduta o della sua fase esistenziale. Quando la persona è consapevole di come sta deve prendersi la REPONSABILITA' di cosa vuole rispetto a quello stato emotivo con cui ha preso contatto. Responsabilità e prospettiva, in quanto se dici quello che vuoi sei in una prospettiva. Fase dell’ESPERIENZA. Lì con il Terapeuta la persona è nella condizione di fare qualcosa che implica un cambiamento di stato rispetto allo stato iniziale.Fase della VERIFICA: si verifica che questa esperienza abbia aperto una prospettiva realmente diversa.
 
Lavoro sulle polarità
Con il lavoro sulle polarità si ricerca l’integrazione delle polarità complementari di ogni comportamento umano (es. aggressività/tenerezza, mascolinità/femminilità), anziché che l’eliminazione dell’una rispetto all’altra, o la ricerca illusoria di un non adeguato “stare in mezzo”, di sentimenti contraddittori e attutiti. Non si tratta di scegliere necessariamente fra due o più opposti, ma tentare di armonizzarli, considerando i vantaggi dei diversi punti di vista complementari. La sedia calda è la tecnica che favorisce l’incontro intra-personale e consiste nel portare in contatto uno con l’altro i sub sé di una persona, richiedendole di interpretarne a turno i ruoli e di far parlare le parti l’uno con l’’altro. L’incontro non deve degenerare in una discussione intellettuale o in uno scambio di accuse e difese. Il contatto tra i sub sé deve essere portato avanti a livello dei sentimenti.L’integrazione tra queste due parti sarà possibile solo quando cesserà il bisogno di controllo reciproco tra le due parti. Il sintomo è simile ad una caduta energetica. Il lavoro consiste nel portare le persone dal sintomo alla sintesi, ricercata attraverso al creatività (vuoto fertile). Nella sedia calda bisogna chiedere sempre: “tu cosa vuoi da lui?” perché il volere crea il campo di forze. Nell’interiorizzazione del conflitto bisogna passare da io che dipendo da qualcosa a io che dipendo da me stesso. L’interiorizzazione del conflitto è l’inizio della sedia calda. Di lì in poi inizia il lavoro che consiste in negoziazioni più costruttive tra le varie posizioni. Fra tesi e antitesi è necessario inventare una terza posizione che le contiene entrambe.

In particolare mi viene in mente un passo di un libro di Natalia Ginzburg  “Tutti i Nostri Ieri”:
    “Emilio allora chiese se era un essere libero chi non pensava. E Cenzo Rena gli disse di non dire cose sceme.
    Era libero chi accettava di vivere quel che c’era da vivere. Era libero chi faceva dei suoi pensieri salute e ricchezza,
   non chi ne faceva una trappola per caderci strozzato” .

 

 

[1] Gestalt: in tedesco significa forma dotata di senso: vuol dire esattamente l’insieme, il quale è più della somma delle parti (P.Quattrini, 2007).

 

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Psicologa, Psicoterapeuta della Gestalt
iscritta all’Ordine degli Psicologi dell’Emilia Romagna con numero 4156A

 Perito e Consulente Tecnico per il Tribunale di Bologna
P.IVA 02620981205- C.F. RBBRCC74L64A944D

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CURRICULUM

LAVORO

Libera Professione come Psicologa e Psicoterapeuta individuale e tengo gruppi ad orientamento fenomenologico esperienziale
Valutazioni psicodiagnostiche su minori, adulti e sulla genitorialità
Perito nei casi di sospetto abuso e maltrattamento Consulente Tecnico nei casi di separazione e competenze genitoriali.
Collaborazione con altri Periti e Consulenti.
Docente e Formatrice
Ordine degli Psicologi di Bolzano Audizione del Minore nel Procedimento Giudiziario e Valutazione delle Competenze Genitoriali
Medicina del Lavoro Elaborazione Eventi Traumatici Post Rapina Comunicazione Aziendale e Team Building ALG Bologna
Gruppi di psicoterapia ad indirizzo fenomenologico per la ONLUS L’ISOLA CHE C’E’ con preadolescenti ed adolescenti “Esploriamo il nostro Corpo e le nostre emozioni”.Ho collaborato con il Centro Specialistico Provinciale Il Faro per organizzare la formazione, il Centro di Documentazione e la Costruzione del sito.
 
FORMAZIONE

Aprile 2019 PSYCH-K® Corso Base Lugano Giugno 2019 PSYCH-K® Corso Avanzato Milano PSYCH-K® Corso HWP Salute e Benessere Rimini conduttore Duccio Locati Aprile 2017 Supervisione con Giovanni Paolo Quattrini presso Koiné RomaSettembre 2016 Seminario Residenziale condotto dalla dott.ssa Alessandra Petrone e dal dott. Sergio Mazzei Cagliari Settembre 2015 Seminario Esperienziale Prossemica del Mondo Interno condotto dalla dott.ssa Luisa Lauretta, dal dott. Paolo Quattrini e dalla la dott.ssa Francesca Cantaro Firenze Agosto 2015 Corso Residenziale su attaccamento e carattere con il dott. Paolo Quattrini e la dott.ssa Francesca Cantaro Procida Marzo 2015 Gruppo Esperienziale di Body Work dott.Sergio Mazzei Firenze Settembre 2014-Aprile 2015 Corso Gestalt Play Therapy presso Istituto Gestalt Trieste abilitazione ad applicare il metodo con i bambini Trieste Maggio 2013 Gruppo esperienziale con il dott Sergio Mazzei, direttore Istituto Gestalt e Body Work Cagliari a Firenze Aprile 2014 Supervisione intensiva con il dott. Giovanni Paolo Quattrini, direttore dell’Istituto Gestalt Firenze Luglio 2011 Corso sulla Gestione delle Emozioni e Conduzione di Corsi di auto-mutuo aiuto con L’Istituto Gestalt Trieste Gubbio Gennaio 2008-dicembre 2009 Corso di base ed Avanzato test di Rorschach, Metodo Passi Tognazzo tenuto dalla dott.ssa Rita Pruccoli e dal dott. Paolo Bergonzoni, presso il Centro Specialistico Il Faro Bologna.
Dicembre 2008 Specializzazione in Psicoterapia della Gestalt presso l’IGF di Firenze, sede di Firenze. Tesi: Caso Clinico e Parte Teorica dal Titolo “L’abuso e il maltrattamento, il rapporto vittima persecutore nelle fiabe e nei miti” Ottobre 2008 Corso di Formazione in Costellazioni Sistemiche Docente Leonardo Magalotti. Gennaio 2007- 2010 Tirocinante presso Il Faro, centro specialistico contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia. Aprile 2007-Dicembre 2009 Tirocinio di specialità presso il Servizio di Neuropsichiatria Infantile Azienda USL di Bologna Sud S.Lazzaro, (valutazione diagnostica e psicoterapia). Marzo 2007 Corso I°Livello EMDR “Eye Movement Desensitization and Reprocessing”, presso l’EMDR Italia-abilitata ad utilizzare la tecnica Febbraio 2007 Corso di Leadership Personale. Training di tre giornate con il dott. Paolo Baiocchi, direttore dell’ Istituto Gestalt di Trieste Gennaio 2006 Corso “I nuovi strumenti nella psicodiagnosi dei bambini abusati e maltrattati” Milano Ottobre-Dicembre 2005 Corso per Ausiliari nella testimonianza dei minori in caso di abuso, Milano.
Gennaio 2005 Iscrizione alla scuola di specializzazione quadriennale in psicoterapia della Gestalt. Aprile 2005- Aprile 2007 Tirocinio di Specialità presso il Centro Specialistico Provinciale Il Faro, contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia. Gennaio 2005 Iscrizione all’albo degli psicologi con N°4156 Marzo 2004 Corso propedeutico di arte terapia presso l’Art-therapy di Bologna con la Dott.ssa Belfiore Febbraio 2003 Esame di Stato per l’ammissione all’Albo degli Psicologi conseguito con profitto. Febbraio 2001-2002 Tirocinio presso il centro TTG-Teorie e tecniche di gruppo, diretto dal Prof. Enzo Spaltro, Scienze Politiche dell’Università di Bologna. Il tirocinio era incentrato sulle tematiche della formazione e della consulenza nel settore sia pubblico sia privato.Novembre 2000 Laurea in Psicologia presso la Facoltà di Psicologia dell’Università di Bologna. Titolo della tesi: “I diritti dei bambini: Le rappresentazioni sociali degli insegnanti”, relatore Prof.ssa Maria Luisa Molinari. Voto: 102/110. Luglio 1994 Diploma di Maturità Magistrale 
 
TERAPIA PERSONALE E SUPERVISIONE

2020-oggi dott.ssa Alessandra Giovagnoli

2016-2019 dott.ssa Elisa Rossetti Psicoterapeuta Gestalt
2015 dott.ssa Luisa Lauretta Psicologa Gestalt
2011- 2014 dott.ssa Paola Rubatta, Psichiatra e Psicoterapeuta ad orientamento relazionale
2006-2009 dott.ssa Etta Pedrieri
2004-2006 dott. Riccardo Arone di Bertolino, direttore della Società Medica Italiana di Psicoterapia e Ipnosi .
1998-2003 dott.ssa Paola Galletti, psicoterapeuta junghiana.

 

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